LE STORIE DELL' OCULUS

08.04.2020

 Le storie dell'Oculus di Alessandra Piscopo V A

Molto tempo fa un prode ragazzo si presentò al cospetto della regina, non con l'intenzione di avere un incontro con il re, ma con il vecchio saggio Ruwer: una barba molto folta e bianca come la neve, un cappello arancione con qualche toppa blu e verde, degli occhiali neri sulla punta del naso. Era lui quello di cui il re si fidava, quindi era lui che conservava il vecchio e potente libro dell'Oculus.

All'interno di quello strano libro c'erano tutte le centotto legende e le millecentoventuno storie più famose del regno di Osuland tra cui una, quella più raccontata ai bambini dei regni circostanti.

Ventisette anni prima, le leggende, narravano che il re dovesse governare per venti anni. Fino al diciannovesimo anno di governo era tutto normale, alla fine di quest'anno il re doveva andare in guerra e all'inizio del ventesimo ritornava per festeggiare la fine del suo governo.

Dopo il primo anno al cospetto del re si presentavano delle dame e il re doveva scegliere quale sposare. Il matrimonio avveniva nel bosco delle rose di madame Roset, c'erano archi di girasoli e orchidee, petali di rose sparsi ovunque, banchetti ricchi di cibo tipico e gustoso e la sposa doveva avere lo stesso vestito tramandato di generazioni in generazioni.

Un anno dopo, la legge prevedeva che il re e la regina avessero un figlio.

Quello stesso figlio, quando poi avrebbe compiuto quindici anni, avrebbe dovuto insegnare al fratello o alla sorella, sempre che ci fossero, le regole e gli sport che avrebbe deciso il padre.

La regola numero trenta diceva che ogni compleanno del re, della regina o dei figli, i popolani si sarebbero dovuti recare al castello per dare il loro dono al re. Ovviamente dai popolani più ricchi ci si aspettava un regalo più importante e se al re questo regalo non arrivava, il popolano veniva condannato per un anno e poi la regina decideva se andava bene o se si doveva prolungare la condanna.

Dai popolani poveri, invece, non ci si aspettava niente. Anzi era il re che doveva donare un po' di soldi o un po' di cibo.

Alcuni popolani si recavano al cospetto del re anche per chiedere la carità ed era ovvio che il re doveva aiutare il suo popolo o l'avrebbero disprezzato per il resto del suo governo.

Un giorno uno strano mercante si presentò al re:

-Buongiorno mio re,vorrei mostrarle la mia pozione e sarei onorato,se lei la provasse.

Rispose il re:

Ma certo, è sempre un onore far felici i miei paesani!

-La ringrazio per questo e per tutto quello che fa per il nostro popolo.

Il re bevve un sorso e domandò curioso:

-Ma che cosa c'è in questa pozione?

-Oh, mio re ci sono molte cose che non sa!

A un certo punto si mise la mano in tasca e tirò fuori una pistola:

-Dammi l'oro o ti sparo!

Colpo di scena: il re prese una pistola dalla tasca e senza aspettare sparò al criminale, in modo da salvare il suo regno.

Dopo il botto tutta l'armata del re corse nella stanza dei ricevimenti per vedere cos'era successo e lo trovarono davanti ad un ragazzo morto. Essi lo fecero parlare in modo da farsi spiegare che cosa è successo. Alla fine il re scoprì da dove proveniva il giovane criminale per dichiarare guerra al regno lontano.

Un popolano si avvicinò al re con molto coraggio opponendosi alla guerra, perché alla fine, il regno lontano non c'entrava nulla con il ragazzo che lo voleva uccidere.

Il re diede ragione al popolano e annullò la guerra, ma era stato inutile perché senza motivo il regno lontano dichiarò guerra al regno di Osuland.

Dopo la guerra durata un ventennio, il re vinse ed ottenne la pace da tutti gli altri regni circostanti.

E qui finì la storia e il giovane chiese a Rower chi era quel re.

E il vecchio saggio rispose:

-Molto tempo fa ero io quel re, ma poi è arrivato Omos, il re attuale e mi ha rubato il governo. Ora lui si fida solo di me per conservare il libro dell'Oculus e quindi attendo qui il giorno della mia morte.

-Ma perché non hai fatto qualcosa per riprenderti il posto?!

-Perché quando è arrivato ero molto vecchio e in poco tempo avrei finito i venti anni di governo, quindi me ne sarei andato comunque.

-Ah,capisco....ora devo andare

-Ciao ragazzo,abbi cura di te!!

Il ragazzo riuscì nella sua impresa quella di diventare cavaliere.....ma questa è tutta un' altra storia.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia